Democrazia Cristiana

 

Testo del codice etico

approvato dalla Direzione del Partito,

dall’Assemblea Nazionale e dal Consiglio Nazionale della DC

(29-11-1981)

  1. La Democrazia Cristiana intende essere fedele all’insegnamento di don Sturzo e De Gasperi circa il dovere di moralizzare il costume politico.  Don Sturzo ha affermato: “Perché chiamiamo cristiana la nostra democrazia? Questo aggettivo non indica l’idea dello Stato confessionale, né di un regime teocratico. Indica, invece, un principio di moralità, la morale cristiana applicata alla vita politica del paese” (Opera omnia, II-9, p.42).

De Gasperi ha ribadito analogo principio: “Uno dei compiti fondamentali del nostro partito è la moralizzazione del costume politico. Ogni manifestazione, quindi, in contrasto con questa essenziale funzione dovrà essere nettamente combattuta” (Prima Circolare di De Gasperi al partito, 29 Giugno 1944).

  1. Partiti e Governi rivendicano oggi, più che mai, l’esigenza della “moralizzazione” della vita pubblica. Si sente la necessità di un “Codice di comportamento” ma nessun partito è arrivato ad effettuare l‘elaborazione di norma concrete.  Per rispondere a questa generale esigenza la DC intende dare l’esempio di essere il primo partito capace di elaborare un’organica disciplina morale del comportamento nell’azione politica.

  1. La moralizzazione della vita pubblica si può realizzare, secondo la DC, con la disciplina dell’azione e dei rapporti politici secondo i principi della morale cristiana, la quale respinge ogni separatismo non solo tra morale privata e morale pubblica, fra morale e politica ma anche tra diritto e dovere in quanto considera questi aspetti morali distinti ma non separati.

  1. L’enunciazione della norma morale non può solo sviluppare il senso di responsabilità del politico, ma anche aiutarlo a difendersi. I politici non debbono avere privilegi, ma neppure debbono subire sistematiche inquisizioni discriminatorie ed essere pubbliche vittime di faziosi scandalismi.

  1. Un compendio dei doveri politici non può non estendersi al di là dell’area del partito e riferirsi ai vari settori nei quali operano gli uomini politici: dal Parlamento alle pubbliche istituzioni e agli organi di comunicazione sociale.

  1. Anche gli ordini professionali normalmente disciplinano la loro attività con norme non solo giuridiche ma anche morali. L’esercizio dell’attività politica è pure esercizio di una certa professionalità che si è altamente tecnicizzata abbandonando il dilettantismo di altri tempi. Una professionalità atipica perché temporanea e sostitutiva della professionalità propria del singolo politico, ma non per questo estranea alle regole della moralità professionale.

  1. La buona condotta civile deve essere integrata dalla buona condotta politica, e le regole di questa sono sempre importanti anche se restano una forma di autodisciplina, un’autodisciplina che intende rendere meglio evidenti e sviluppare alcuni principi di deontologia politica i quali, anche quando appaiono ovvi, possono divenire maggiormente vincolativi con una pubblica enunciazione.

  1. Quanto alla efficacia di questa normativa è evidente che essa deve essere affidata non solo alla coscienza individuale ma anche agli organi disciplinari assolutamente indipendenti da ogni clientela o corrente. E’ logico che se non vi è un organo disciplinare obiettivo e rigoroso, ogni norma finisce per avere il destino delle “grida manzoniane”.

  1. Incominciamo a disciplinare l’opera nostra con il desiderio di arrivare ad una più larga disciplina del costume morale della politica italiana con l’elaborazione di una Carta dei doveri, compendiata in 16 articoli e 68 paragrafi preventivamente pubblicata nel “Popolo e poi sottoposta alla approvazione (unanime) dell’Assemblea Nazionale.

  1. Al primo Congresso della DC di 35 anni fa abbiamo presentato una sintesi organica di principi ai quali si ispirò il progetto democristiano per la Costituzione dello Stato, progetto che portò la DC all’avanguardia della elaborazione della “Carta dei diritti” che è appunto la Costituzione democratica Ora intendiamo porci una nuova volta all’avanguardia con l’elaborazione di una “Carta dei doveri”. E’ per noi una impresa ben degna.

Testo degli Articoli

Art. 1. Ideali
Dovere:

      di aderire ai valori ideali democratico - cristiani e alle norme dell’etica politica e professionale, e di agire con coerenza e impegno.

Art. 2. Condotta
Dovere

      di avere una condotta morale e politica irreprensibile nella vita pubblica, privata e professionale, e un comportamento improntato al massimo rispetto della dignità della persona e dei superiori interessi della comunità.

      di perseguire soprattutto il bene comune della società.


Art. 3. Coscienza

Dovere

      di rispettare la retta coscienza dei valori individuali e sociali, ed il senso di responsabilità verso il cittadino, lo Stato ed il Partito

      di formulare una motivata obiezione di coscienza, qualora non si intenda aderire ad un orientamento o ad una decisione del Partito, evitando ogni abuso dei casi di coscienza.

Art. 4 Costume
Dovere

      di combattere ogni forma di corruzione nell’esercizio dell’attività politica

      di avversare ogni permissivismo morale e politico

      di rispettare la deontologia morale della professione politica intesa non come esclusiva, perché di norma coesiste con altra professione che viene temporaneamente sospesa, né come permanente perché cassa con la fine del mandato politico.

      di considerare incompatibile l’esercizio della funzione di controllore e controllato

      di rispettare le incompatibilità fra cariche di Partito e cariche pubbliche

      di lottare contro l’impiego disonesto e lo sperpero del denaro pubblico

      di non accettare alcuna mediazione o cointeressamento in affari che comunque interessino lo Stato o altri Enti pubblici

      di esigere dagli organi responsabili che istituzioni statali o private non utilizzino pubblici uffici o servizi per la diffusione del malcostume.

Art. 5 Moralità

Dovere

      di svolgere opera attiva per promuovere la sanità morale dell’individuo e della famiglia, per favorire la formazione della gioventù, cooperando al progresso delle istituzioni educative

      di combattere ogni forma di pubblica immoralità che degrada la dignità umana

      di esigere dalle autorità competenti il rispetto del divieto costituzionale delle pubblicazioni a stampa degli spettacoli e di tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume.

Art. 6. Disciplina
Dovere

      di rispettare le norme statutarie e regolamenti del Partito ed ogni legittima decisione democraticamente presa dai competenti organi di Partito

      di avversare ogni indisciplina che possa indebolire la compagine unitaria del partito.

Art. 7. Critica
Dovere

      di ispirare ogni critica a propositi costruttivi, esponendo con franchezza, anzitutto all’interno del Partito, ogni eventuale motivo di dissenso

      di evitare, nei confronti del partito, ogni autolesionismo critico che può esporre il Partito a pubblico discredito

      di non servirsi dell’esercizio e del prestigio di un pubblico incarico per rivolgere al Partito critiche nocive.

Art. 8. Partito
Dovere

      di intendere la DC quale partito popolare aconfessionale e di ispirazione cristiana, operante con metodo democratico e quale comunità etico-politica fedele agli insegnamenti di don Sturzo e De Gasperi

      di operare nel partito con spirito di solidarietà e di servizio sociale

      di promuovere la stretta cooperazione fra Società e Stato

      di favorire la collaborazione con gli altri movimenti democratici

      di operare per rendere sempre più consapevole e attiva la partecipazione dei cittadini al sistema democratico e ai suoi organi

      di orientare, assistere e difendere i cittadini nell’esercizio dei loro diritti, nella soddisfazione delle loro legittime aspirazioni e nell’elevazione della loro dignità politica, morale, intellettuale

      di promuovere il massimo sviluppo delle istituzioni culturali del Partito per favorire la formazione della coscienza politica e la preparazione di nuove classi dirigenti

      di non appartenere ad altri movimenti che abbiano finalità contrastanti con quelle della DC.

Art. 9. Organizzazione
Dovere

      di collaborare lealmente con gli organi del Partito per rendere efficiente la sua organizzazione

      di favorire l’organizzazione del Partito diretta a permettere ad ogni socio di esercitare nel Partito una funzione attiva, di contribuire alla determinazione della linea politica, e di concorrere liberamente alla elezione degli organi di Partito e alle candidature a pubblici incarichi

      di lottare contro le correnti intese come gruppi organizzati all’interno del partito i quali con azione spesso rivolta prevalentemente a spartizione di potere, favoriscono le ambizioni il Partito e ne minano l’unità

      di distinguere le deleterie correnti dalle tendenze ideologiche che liberamente possono promuovere il progresso morale e politico del partito

      di opporsi ad ogni tesseramento manipolato, assicurando un rigoroso controllo sia delle iscrizioni, sia della non accettazione di nuovi soci al solo fine di non turbare rapporti di forza tra i gruppi

      di assicurare l’uguaglianza dei diritti e doveri dei soci, e la loro facoltà di concorrere alla formazione degli organi collegiali

      di opporsi ad ogni sistema elettorale interno che non dia garanzie di equità

      di assicurare che le maggioranze rispettino i diritti delle minoranze e che queste non sabotino l’azione legittima delle maggioranze

      di assicurare l’influenza democratica della volontà della basa DC sulle decisioni dei vertici

      di sostenere economicamente il Partito con mezzi leciti, specialmente al fine di affrontare gli oneri derivanti dalla stampa, dalla propaganda e dalle campagne elettorali.

 

Art. 10. Elezioni
Dovere

      del Partito di rispettare competenza e moralità nelle designazioni dei candidati a cariche pubbliche, con indipendenza dalla pressione di gruppi o interessi particolari

      dei membri del Partito di non accettare candidature pubbliche in liste ostili o concorrenti con quelle del Partito

    del candidato DC di rispettare le norma della moralità elettorale che esige: fedeltà al programma del Partito, propaganda veritiera, lealtà verso gli altri candidati, obiettività nella critica degli avversari

      di comunicare alla Direzione del Partito l’ammontare delle proprie spese elettorali e di qualsiasi finanziamento elettorale eventualmente ottenuto

      di rispettare le incompatibilità stabilite non solo per legge, ma anche per decisioni di Partito

      di non accettare un cumulo degli incarichi che sia nocivo al pieno espletamento dei propri doveri.

Omissis….

Art. 14. Opinione pubblica
Dovere

      di cooperare, con rispetto della verità e con senso di responsabilità, alla formazione di una corretta opinione pubblica, al fine di illuminare l’orientamento e di rendere coscienti i giudizi

   di ritenere che il rispetto delle norme morali può influire, più di ogni altro comportamento, sulla stima dell’opinione pubblica

      di difendere il Partito ed i suoi membri da ogni faziosa o denigratoria azione scandalistica.

Art. 15. Stampa

Dovere

      di cooperare alla difesa della libertà di stampa da illecite influenze esercitate con indebiti interventi – di pubblici o privati.

      di difendere, nella stampa, la dignità del Partito e dei suoi membri rettificando informazioni errate e smentendo attribuzioni arbitrarie

      di denunciare alle competenti autorità le diffamazioni lesive della verità e dell’onorabilità del Partito

   di non coinvolgere la responsabilità del Partito in articoli che riflettano solo personali responsabilità.

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