IL SEGRETARIO POLITICO

 

Cari Amici,

E' in arrivo un ulteriore ricorso di Cerenza e De Simoni, insieme alle note e alle iniziative di quelli che ormai scopertamente sono i loro supporters all'interno del Partito.
Leggendo le missive inviate da alcuni dirigenti della Democrazia Cristiana (anche con firme apocrife) al presidente Fontana, ai soci del Partito e ad altri non identificabili indirizzi (nascosti) viene naturale ricordare gli scenari che il grande umanista Erasmo da Rotterdam nel suo trattato "Elogio della follia" usava per descrivere ironicamente lo stato confusionale di certi comportamenti e di certe situazioni.

Siamo costretti a ricevere continuamente farneticanti note che evocano scomuniche, paventano gestioni dittatoriali, impedimenti causati da timori reverenziali ed altre amenità.

Inoltre veniamo inondati da e-mail, lesive del diritto alla privacy dei destinatari, con descrizioni artefatte di assemblee congressuali che sono state regolarmente svolte e convalidate dal Presidente Fontana, anche nel caso specifico di Roma e del Lazio, per la mancanza di formali ricorsi nei termini statutari.

Ancora alcuni amici che hanno gestito i lavori congressuali fino alla proclamazione degli eletti e si sono fatti eleggere nel consiglio e nella Direzione nazionale partecipando alle successive riunioni e alle decisioni politiche ed organizzative, fatti salvi i possibili vuoti di memoria forse causati da senilità incipiente, interpretano artatamente, a sei mesi di distanza come viziati da nullità, svolgimento, votazioni ed organismi eletti dal congresso nazionale della Democrazia Cristiana. (14/10/2018).

Al di là di ogni altra considerazione,  è ipotizzabile un deprecabile tentativo di fornire un "assist" sul piano giudiziario ai "seriali " avversari del nostro Partito, che con un ennesimo ricorso, privo di reali motivazioni, tentano fin dal 2012 di impedire la legittimazione giuridica della D.C. storica ricostituita a seguito della sentenza della Cassazione e del provvedimento del Giudice Romano.

Il disegno criminoso sul piano politico di chi ha costituito un manipolo di cosiddetti "iscritti del '93", mira dichiaratamente alla rivendicazione del patrimonio immobiliare già della Democrazia Cristiana e transitato dal Partito Popolare nella proprietà o nella disponibilità di altri soggetti politici o privati.

Se quindi è deprecabile, ma comprensibile, la pervicace ostinazione di chi vuol eliminare un soggetto che può legittimamente rivendicare un diritto di proprietà sugli immobili (la D.C. storica), è altresì assolutamente paradossale che soci della Democrazia Cristiana, per ingiustificati motivi politici e statutari si prestino a dichiarazioni e iniziative (utilizzabili in sede giudiziaria) in netto contrasto con la veridicità dei fatti e con grave possibile danno per il Partito.

E' auspicabile che il problema sia stato determinato da momentaneo stato confusionale sul piano politico dei soci del partito coinvolti nella spiacevole vicenda e al quale gli stessi potranno porre rimedio con chiarezza in tempi  brevi.
Un diverso scenario comporterà scelte conseguenti, se pur non augurabili, a tutela in tutte le sedi dell'immagine e dell'interesse della Democrazia Cristiana.

Abbiamo bisogno di impegnare le nostre energie nel potenziamento della organizzazione e della iniziativa del Partito confrontandoci sui contenuti programmatici e sugli obiettivi politici, senza farci attardare dagli azzeccagarbugli affetti da una sindrome tipica delle baruffe condominiali.
Lo scenario politico ci impone capacità decisionali e scelte responsabili in vista delle prevedibili scadenze elettorali.

Tentiamo tutti di dare un positivo contributo di idee e di operosità .

Cordiali saluti.

Roma, 3 giugno 2019

                                                 Il Segretario Politico

                                                       Renato Grassi

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