Sento il dovere impellente di intervenire con una nota sulla attuale vicenda che ha come primo protagonista il socio Luciani.

Poiché è nota la mia stima per lo stesso Luciani, sono rimasto basito e interdetto dalla decisione a firma Fontana, con la quale si convoca ulteriormente l'Assemblea dei soci con l'evidente obiettivo di vanificare ogni azione fin qui assunta dagli organismi previsti dallo statuto della DC e archiviare la figura del Segretario Nazionale Renato Grassi; il tutto condito con verbose e dispettose giustificazioni di carattere giuridico ed etico.

Ancora di più mi sono stupito di una delega (delegatus  non potest delegare) allo stesso Luciani  e non si comprende in che veste ope legis.

E così ho sentito forte l'impegno di telefonare allo stesso Fontana e ascoltare la Sua versione autentica.

Fontana mi ha chiarito onestamente quanto segue: egli è conscio che la sua firma non ha alcun valore né politico, né giuridico , poiché  da tempo si è volontariamente dimesso da tutte le cariche "istituzionali" inerenti la DC.

Ha aggiunto che egli rimane fedele al dettame del decreto del giudice Romano e cioè che l'Assemblea dei Soci della DC. doveva operare per rendere viva ed operante la DC. convocando il Congresso Nazionale e ricostituendo gli Organi congelati vivi.

Dunque, di conseguenza, avendo l'Assemblea dei Soci provveduto a onorare il proprio compito convocando il Congresso Nazionale, oggi è "tamquam non esset" e la medesima "figura" era attinente la sua persona nella qualità di Presidente dell'Assemblea stessa.

Pertanto Egli nella qualità di Presidente del Consiglio Nazionale della DC aveva nell'ordine del giorno di convocazione dello stesso, sottolineato  la approvazione degli atti congressuali senza se e senza ma, e che dunque non intendeva essere ed apparire incoerente.

Dalla data della convocazione del Congresso Nazionale sono trascorsi ben 12 mesi (si ripete 12 mesi) e ogni azione oggi contestativa è fuori da ogni logica ed è fuori da ogni canone procedurale.

Alla mia canonica domanda del perché allora egli avesse firmato tali documenti mi ha laconicamente risposto che le pressioni del buon e accattivante Luciani erano diventate "ossessive", giorno e notte e ininterrotte; ed egli, per liberarsi dalla morsa invadente, aveva escogitato di firmare per ...."disperazione", ma conscio della illegittimità ed inutilità delle sue firme! Insomma una vicenda pirandelliana.

Allora mi chiedo e chiedo a Luciani: cui prodest  questa azione? Forse ai nemici seriali della DC che non hanno vergogna della propria ignoranza e che sono affamati di rancorosa vendetta che spruzzano di continuo dalle loro narici e che si affidano al caso che è la Provvidenza degli imbecilli e che speculano sulla buona fede di altri aderenti alla DC, con ecumenica arroganza?

Non ritengo cosa buona e giusta tale procedimento che tenta di togliere decoro e dignità alla DC, e che produce solo una ferita morale a chi lo propugna.

Voglio augurarmi che dietro tutta questa operazione non si nascondano silenti convitati di pietra, che hanno un unico obiettivo: ricongelare la DC, avendone in passato e ancora oggi mangiato tutta la carne per lasciarne solo gli ossi.

 

Alberto Alessi

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Fraternità e amicizia sociale sono le vie indicate dal Santo Padre Francesco per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. Ribadito con forza il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza. Il Papa la definisce una “Enciclica sociale” che mira a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale. A partire dalla comune appartenenza alla famiglia umana, dal riconoscerci fratelli perché figli di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca e dunque bisognosi di prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo insieme. Ovviamente la fraternità è da promuovere non solo a parole, ma nei fatti. Fatti che si concretizzano nella “politica migliore”, quella non sottomessa agli interessi della finanza, ma al servizio del bene comune, in grado di porre al centro la dignità di ogni essere umano e di assicurare il lavoro a tutti, affinché ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Al contempo, Papa Francesco sottolinea che un mondo più giusto si raggiunge promuovendo la pace, che non è soltanto assenza di guerra, ma una vera e propria opera “artigianale” che coinvolge tutti.

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