Il Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana

 

Egregio Direttore,

nella cronaca politica di domenica scorsa, il seminario sui 101 anni dall'appello di Sturzo ai "Liberi e forti" è stato presentato come iniziativa di Cesa e Rotondi per lanciare un nuovo "Partito Popolare Italiano". Avrei preferito una cronaca più rispettosa dei fatti. Il seminario è stato organizzato dalla Federazione popolare dei democratici cristiani e dalla Fondazione Democrazia Cristiana. La prima era rappresentata da quasi una quarantina di associazioni di ispirazione cristiana tra le quali  anche alcuni partiti, quali la Democrazia Cristiana, l'UDC, il nuovo CDU.

La Federazione è stata costituita con il fine di costruire un  nuovo soggetto politico di ispirazione cristiana, continuando la tradizione della DC. C'è un Comitato direttivo provvisorio presieduto dall'on Gargani, che provvederà alle decisioni circa denominazione, simbolo e regole di funzionamento della Federazione.

Il cronista di Avvenire ha dato rilievo a una proposta, quella di Rotondi, della Fondazione, volta a far decidere nel corso del seminario la costituzione del partito, indicando nome, simbolo e responsabile provvisorio. Si è trattato solo di una proposta, ma sarà la Federazione, in base alle norme del suo atto costitutivo, a decidere. Non sono mancate altre proposte, come quella di mantenere la denominazione di Democrazia Cristiana.

Ringrazio Avvenire per l'attenzione data all'incontro di sabato scorso, ma chiedo di completare l'informazione, anche correggendola. Bastava leggere il foglio del programma, stampato e proiettato nella sala, per capire chi fossero i promotori! Bastava ascoltare gli interventi del Segretario politico della Democrazia Cristiana e di altri per capire che il processo decisionale è stato avviato, ma non ancora concluso e che quanto detto da Rotondi era una semplice proposta, sia pure fatta con la sua consueta "verve".

on. Renzo Gubert

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Nota del Segretario Politico

Dopo il convegno su Sturzo svoltosi il 18 gennaio a Roma, presso la sala Alessandrina, molti amici hanno manifestato perplessità e disagio per la singolare conduzione dell’evento, pur apprezzato per una pregevole introduzione dell’on. Mannino.

Certamente va rilevato l’anomalo protagonismo di alcune persone che, senza mandato, hanno assunto il ruolo di “mosche cocchiere” di un progetto politico nato con diverse finalità che rischiano forse di essere vanificate.

Personalmente, desidero precisare che non ho mai sostenuto la costituzione di un nuovo soggetto politico che possa subentrare al progetto di ricostituzione del Partito della Democrazia Cristiana storica, che, tanti come noi, vogliono pienamente legittimato sul piano organizzativo e politico con il prossimo Congresso Nazionale.

Diverso è il tema della presenza nello scenario politico ed elettorale più ampio che impone, realisticamente, di perseguire una strategia di alleanze e di coinvolgimenti con altre forze politiche e movimenti associativi che hanno una comune ispirazione politica e valoriale.

La ”Federazione Popolare”, a mio giudizio, se correttamente gestita attraverso una piattaforma programmatica e una strategia politica concordata, può rappresentare lo strumento idoneo sia a livello territoriale che a livello nazionale per affrontare unitariamente le competizioni elettorali e per riproporre positivamente per i democristiani un ruolo da protagonisti nello scenario prefigurabile con la nuova, auspicata, stagione politica.

Renato Grassi

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Fraternità e amicizia sociale sono le vie indicate dal Santo Padre Francesco per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. Ribadito con forza il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza. Il Papa la definisce una “Enciclica sociale” che mira a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale. A partire dalla comune appartenenza alla famiglia umana, dal riconoscerci fratelli perché figli di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca e dunque bisognosi di prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo insieme. Ovviamente la fraternità è da promuovere non solo a parole, ma nei fatti. Fatti che si concretizzano nella “politica migliore”, quella non sottomessa agli interessi della finanza, ma al servizio del bene comune, in grado di porre al centro la dignità di ogni essere umano e di assicurare il lavoro a tutti, affinché ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Al contempo, Papa Francesco sottolinea che un mondo più giusto si raggiunge promuovendo la pace, che non è soltanto assenza di guerra, ma una vera e propria opera “artigianale” che coinvolge tutti.

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