Si è riunito venerdì 19 giugno 2020 presso lo studio dell'on. Cesa, in Roma, il Direttivo della Federazione dei Democristiani. Erano presenti: il presidente on. Giuseppe Gargani, Mario Tassone, Lorenzo Cesa, Antonio Giannone e Alberto Alessi. In remoto tramite skype, hanno partecipato all’incontro Ettore Bonalberti, Filiberto Palumbo e altri autorevoli esponenti aderenti alla Federazione. Renato Grassi era impegnato in importanti riunioni a Palermo e Messina.

Il Presidente Gargani ha ribadito la volontà dei Soci della Federazione di procedere in tempi brevi a chiudere la fase preparatoria per passare a quella operativa, attivando e coinvolgendo maggiormente e fattivamente le strutture regionali.

Il fine dovrà essere quello di costituire un soggetto politico unico e unitario che rappresenti, pur nelle differenti identità storiche e recenti, gli ideali e i valori degasperiani e sturziani oggi ancora di grande attualità.

Tutti i partecipanti hanno condiviso le riflessioni del Presidente Gargani, riaffermando la ferma volontà di procedere, entro i mesi di giugno e luglio, alla riconvocazione degli Organi Direttivi in vista di una grande Assemblea Generale a Roma.

In merito al simbolo, due le ipotesi:

1. - Il simbolo con scudo crociato con la scritta: Unione Democratici Cristiani e Popolari e con l'aggiunta sotto lo scudo classico della DC dei simboli:" PEPE e UDC."

2. - Il simbolo con lo scudo storico della DC a tutto campo, con la scritta: Unione dei Democratici Cristiani, con la U la D e la C scritte in rosso e  in alto le 12 stelle della Comunità Europea su cielo azzurro.

Lorenzo Cesa ha optato per questa seconda soluzione suggerendo di aggiungere al simbolo, tra lo scudo e le stelle europee, la denominazione della Regione, anche in considerazione delle prossime elezioni regionali.

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Fratelli tutti

Fraternità e amicizia sociale sono le vie indicate dal Santo Padre Francesco per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. Ribadito con forza il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza. Il Papa la definisce una “Enciclica sociale” che mira a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale. A partire dalla comune appartenenza alla famiglia umana, dal riconoscerci fratelli perché figli di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca e dunque bisognosi di prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo insieme. Ovviamente la fraternità è da promuovere non solo a parole, ma nei fatti. Fatti che si concretizzano nella “politica migliore”, quella non sottomessa agli interessi della finanza, ma al servizio del bene comune, in grado di porre al centro la dignità di ogni essere umano e di assicurare il lavoro a tutti, affinché ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Al contempo, Papa Francesco sottolinea che un mondo più giusto si raggiunge promuovendo la pace, che non è soltanto assenza di guerra, ma una vera e propria opera “artigianale” che coinvolge tutti.

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