La Scuola di Formazione Socio Politica

 

La situazione sociale e politica contemporanea va compresa e illuminata da un punto di vista marcatamente culturale, dunque dalla conoscenza e dal sapere, al fine di orientare le scelte e le azioni successive.

A tal fine, la Scuola di Formazione Sociale e Politica intende fornire una competenza specifica su profili che vanno dalla storia delle istituzioni al diritto, dall’economia alla filosofia politica e sociale.

In un momento nel quale l’attività politica è diffusamente guardata con diffidenza e avvertita con sfiducia quanto alla capacità di risolvere realmente i problemi, con un conseguente allontanamento dalla partecipazione alla vita politica, appare importante avviare una riflessione sul nesso tra valori e sviluppo della società, tra politica ed azioni capaci di incidere positivamente sul territorio in modo adeguato ed efficiente.

Obiettivo della Formazione è quello di riscoprire l’antico senso dell’agere politico e la sua più alta dimensione, e informare a questo i nuovi protagonisti della realtà di oggi e di domani.

Luigi Sturzo già nel 1939 riteneva che il riferimento della politica alla morale fosse intrinseco e ineliminabile, in quanto la politica nasceva dagli uomini ed esprimeva ragioni umane: egli riteneva d’altra parte che fosse necessaria “una politica efficiente”, in grado di non rinunciare al “carattere specifico di cercare ciò che è necessario alla comunità”, cioè di affrontare fattivamente i problemi delle persone.

A tal fine sarà necessario attingere dalla Dottrina Sociale Cristiana la chiarezza delle idee e la forza per un’azione che sia finalizzata al bene comune, acquisire fondamenti culturali per motivare l’azione, e sicurezza espositiva per attuarla, incrementare la fiducia nella propria azione sociale.

I criteri ispiratori dell'azione politica per un partito che nel nome e nel simbolo fa riferimento agli ideali del cristianesimo non possono che essere lo spirito di servizio e la volontà di perseguire il bene comune, nel totale rispetto dei diritti della persona, nella ricerca della giustizia, nel costante sforzo di rendere compiuta, giorno per giorno, la democrazia.

Così, secondo le parole di Paolo VI, la politica, è davvero la "più alta forma di carità".

Proprio a quest'esigente idea di Politica, all'aspirazione ad una sana ripresa culturale e morale, al ruolo fondamentale che una corretta cultura ha nell'animare una sana politica, mira la nostra Scuola di Formazione Sociale e Politica

Come amava ripetere Giorgio La Pira, cultura e politica sono realtà indissociabili. Quindi, non una cultura qualsiasi né una qualsiasi politica: "L'azione politica è il collaudo delle idee - egli diceva - e se l'idea orientatrice dell'azione è errata come volete che non sia errata ed infruttuosa l'azione?"

La Scuola non è ideologicamente neutra. Infatti, incoraggia a realizzare le necessarie mediazioni storiche per dar vita ad una "area politica" cristianamente orientata, laica e aconfessiona1e, aperta alla partecipazione e al contributo fattivo di tutti gli uomini di buona volontà. Si fa sempre più urgente il bisogno di un punto di coagulo per uscire dallo smarrimento in cui li ha avvolti la storia politica degli ultimi vent’anni.

I cristiani per "generare una storia", per essere edificanti per la nostra società, devono stare insieme. Ciò richiama l'attenzione su una modalità storica all'interno della democrazia ove conta la quantità oltre alla qualità: l'unità dei cattolici in politica. Per aver peso, infatti, occorre essere in tanti. Al di là delle piccole differenze c'è un percorso di fondo uguale. Ben lo sappiamo: la diaspora ci ha esposto ed espone all'invisibilità ed all'insignificanza.

Un appello ai giovani.

Occorre creare una nuova sensibilità, occorre pensare in termini di comunità; ai giovani quindi la sfida di trasformare la società dal di dentro. Abbiamo bisogno di dimostrare che nonostante la sfiducia che domina la società, assumersi la responsabilità in prima persona è possibile e necessario. Questa proposta rivolta ai giovani è un atto di stima e di fiducia: un invito a perdere la faccia e a sporcarsi le mani a lottare per una società più giusta e solidale, ci sprona ad impegnarci nella vita concreta per la costruzione di un mondo più umano e fraterno. Non possiamo delegare ad altri questo compito: i “laici devono assumere come loro compito specifico il rinnovamento dell’ordine temporale” (Populorum progressio, 81) senza vivere da spettatori i mutamenti sociali e politici in atto.

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Caritas in veritate

La Carità nella verità, di cui Gesù s'è fatto testimone è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera. Il Papa Benedetto XVI ricorda che la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. D'altro canto, dato il rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico, va coniugata con la verità. E avverte: Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. Lo sviluppo ha bisogno della verità. Senza di essa, afferma il Pontefice, l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società. Benedetto XVI si sofferma su due criteri orientativi dell'azione morale che derivano dal principio carità nella verità; la giustizia e il bene comune. Ogni cristiano è chiamato alla carità anche attraverso una via istituzionale che incida nella vita della polis, del vivere sociale.

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