UFFICIO POLITICO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA

 

DIFFIDA

 

Il 4 Ottobre 2019 alle ore 11 si è riunito, in corso Rinascimento, 23 a Roma, l'Ufficio Politico  Nazionale del Partito della Democrazia Cristiana.

Nel corso dei lavori è stata presa in esame l'iniziativa del socio prof. Nino Luciani, che ha convocato una riunione assembleare degli associati D.C. di cui all'elenco depositato presso il Tribunale di Roma il 5 Marzo 2015 e di quelli ammessi dalla assemblea dei soci il 26 Marzo 2017 tenutasi nei locali dell'hotel Ergife in Roma. L'assemblea dovrebbe assumere "determinazioni in ordine alle elezioni degli organi statutari,in particolare del congresso nazionale", e deliberare l'assegnazione di  "Deleghe operative".

Si rileva preliminarmente che l'unica assemblea dei soci è stata quella autorizzata dal Magistrato, con decreto n. 7756/16, svoltasi il 26Febbraio del 2017  e, a seguito della stessa, il Presidente eletto Fontana convocò legittimamente il  XIX congresso della D.C., con una deliberazione adottata quasi all'unanimità  dalla assemblea degli iscritti.

Della regolarità delle decisioni assunte in  seno a quel Congresso si occuperà la Magistratura adita da alcuni soci.

In atto, sinché non interverrà una decisione definitiva, continueranno ad avere efficacia le decisioni approvate in sede congressuale.

La convocazione dell'assemblea effettuata dal prof. Luciani risulta priva di qualsiasi effetto giuridico, e le eventuali determinazioni dei soci coinvolti, rispetto alla ipotesi di un nuovo Congresso, anticiperebbero illecitamente i tempi di una decisione affidata al giudizio della Magistratura.

Inoltre va rilevato che l'assemblea dei soci, autorizzata dal magistrato per ricostituire gli organi rappresentativi del Partito, costituisce l'antecedente logico e giuridico del Congresso e pertanto, con la convocazione e la celebrazione dello stesso, l'assemblea soci è decaduta inequivocabilmente.

La presunta delega del Presidente Fontana, indipendentemente dalla effettiva volontà dell'interessato, risulta un maldestro tentativo di avvallare un atto illegittimo (la convocazione dell'assemblea soci) coinvolgendo chi non ha più un potere da delegare perché decaduto dalla carica di Presidente dell'Assemblea dei soci con la celebrazione del Congresso ed essendo stato eletto in quella occasione consigliere nazionale e successivamente Presidente del Consiglio Nazionale del  Partito.

Indipendentemente poi dalla indiscutibile illegittima procedura complessiva, il prof. Luciani, in previsione di una sparuta partecipazione, decide di allargare la platea assembleare autorizzando strumentalmente la possibilità di delega, prevista nello statuto della D.C. solo per elezioni di secondo grado e mai per le semplici assemblee di iscritti.

Per quanto sopra descritto, l'Ufficio Politico nazionale  della D.C.

DIFFIDA

il prof. Luciani dal proseguire in un iniziativa che determinando possibili ricadute negative sul processo di ricostituzione della D.C. "storica", avviato in base alle statuizioni assunte dalla Magistratura (nel 2010  e nel 2016), potrebbe avere una rilevanza penale e che certamente produce danni all'immagine della D.C.   e dei suoi soci.

L'Ufficio politico infine decide di trasmettere al Collegio nazionale dei Probi Viri il documento di cui sopra per le valutazioni e le decisioni di competenza.

Roma, 4 ottobre 2019

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