La storia - Parte 1

LE ORIGINI DELLA DC: DALLA CLANDESTINITA' ALLA LIBERAZIONE (1942 - 1945)

Il proposito di costituire un nuovo partito di ispirazione cristiana, democratico e antifascista, viene elaborato da Alcide De Gasperi e Piero Malvestiti già nell'agosto del 1942, quando i destini della guerra e del regime fascista sembrano ineluttabilmente volgere al peggio. In questo quadro, il nuovo partito avrebbe dovuto raccogliere l'eredità del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, operando in una situazione completamente nuova per l'Italia. Si tratta quindi di aggregare i vecchi popolari con nuove generazioni provenienti essenzialmente dalle organizzazioni cattoliche, e formatesi durante il periodo del regime fascista.
A Milano, la Democrazia Cristiana viene fondata in clandestinità nell'ottobre 1942 nell'abitazione dell'industriale Enrico Falck, a cui concorsero Alcide De Gasperi, Piero Malvestiti, Achille Grandi, Stefano Jacini, Giovanni Gronchi. Intorno ad essi si aggregheranno nel corso dei mesi successivi alcuni professori dell'Università Cattolica guidata da padre Agostino Gemelli, tra cui Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira.

Nel luglio 1943, con l'invasione della Sicilia da parte degli Alleati, si costituisce a Milano il Comitato delle opposizioni, promosso dai vari partiti italiani, tra cui la DC rappresentata da Giovanni Gronchi. Ma soprattutto, il 25 luglio 1943 Mussolini viene messo in minoranza nel Gran Consiglio del fascismo, si dimette, e viene costituito il primo governo del maresciallo Badoglio formato da militari e tecnici.

L'8 settembre 1943 il re Vittorio Emanuele III ed il capo del governo Pietro Badoglio scappano da Roma verso Pescara, e quindi a Brindisi, ove si insedia il governo.

Nel frattempo si costituisce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), a cui partecipa Alcide De Gasperi in rappresentanza della DC; nel gennaio 1944, su delega del Comitato Centrale di Liberazione Nazionale (CCLN), viene costituito a Milano il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), con la funzione di guida politica e militare della resistenza nel Nord Italia.

La Democrazia Cristiana si organizza nell'Italia liberata, e tiene tra il dicembre 1943 e l'aprile 1944 tre Congressi: a Caltanissetta (16 dicembre 1943), a Bari (dal 27 al 29 gennaio 1944), ed a Napoli (dal 16 al 18 aprile 1944).

La guida politica della DC, dal 1943, è affidata ad Alcide De Gasperi nella sua qualità di Presidente della Commissione Direttiva Centrale. Viene coadiuvato da Giuseppe Spataro, in qualità di Segretario della stessa Commissione.

Dal 20 al 30 giugno 1944, si svolge a Napoli il IV Congresso della DC dell'Italia liberata, che procede all'elezione del Consiglio Nazionale del partito. Il 31 luglio 1944, lo stesso Consiglio Nazionale elegge Alcide De Gasperi Segretario politico della DC. Sempre il 31 luglio viene nominato Vice Segretario politico della DC Mario Scelba. Le polemiche all'interno della compagine governativa, soprattutto tra cattolici e "laicisti", portano alle dimissioni del I governo Bonomi, ed alla nascita di un nuovo governo sempre guidato da Bonomi, imperniato su DC, PCI e PLI. La Democrazia Cristiana rafforza ulteriormente il suo ruolo politico, con Giulio Rodinò Vice Presidente del Consiglio, e Alcide De Gasperi Ministro degli Affari Esteri.

Nell'aprile 1945 il governo Bonomi decide la convocazione di una Consulta nazionale. La liberazione di Milano, il 25 aprile 1945, pone nuove questioni politiche, con la necessità di integrare il Nord appena liberato dagli Alleati e dalla Resistenza con il resto dell'Italia.

La DC chiede la nascita di un nuovo governo, con il ritorno dei due partiti "laicisti" PSIUP e Partito d'Azione.

Il 21 giugno 1945 si insedia il nuovo governo guidato da Ferruccio Parri, costituito nuovamente da tutte le forze politiche del CLN, e con De Gasperi che continua a ricoprire il ruolo strategico di Ministro degli Affari Esteri. Mario Scelba, entrato come Ministro del governo Parri, viene sostituito come Vice Segretario politico della DC da Attilio Piccioni.
La situazione dell'Italia è particolarmente difficile, sul piano internazionale (i rapporti con le potenze vincitrici) e sul piano interno (rovine della guerra, situazione economica, ordine pubblico).

In questo quadro, il 25 settembre 1945 si riunisce per la prima volta la Consulta Nazionale. Viene eletto Giulio Rodinò in qualità di Presidente del gruppo DC, che risulta composto da 79 membri.

Il governo Parri non riesce tuttavia a migliorare la difficile situazione del Paese, mentre l'azione internazionale di De Gasperi contribuisce ad aumentare la stima che i governi stranieri nutrono per lo statista trentino. Il principale impegno per De Gasperi risiede nelle trattative per arrivare alla formulazione di un Trattato di pace non punitivo per l'Italia, verso la quale permangono diffidenze e sospetti tra alcuni vincitori.

Anche la convivenza tra i sei partiti del CLN nel governo incontra crescenti difficoltà, tanto che il Partito Liberale ritira i propri ministri dal governo Parri il 21 novembre 1945. La DC decide allora di uscire dalla compagine, provocandone la crisi.
Nel dicembre 1945 nasce un nuovo governo, ancora una volta costituito da tutti i partiti del CLN, ma il baricentro politico diventa Alcide De Gasperi e la Democrazia Cristiana. Per la prima volta, il leader della DC diventa Presidente del Consiglio, conservando la carica di Ministro degli Affari Esteri e di Ministro per l'Africa Italiana. Nel governo, tra i ministri, ha con sé Mario Scelba alle Poste e Giovanni Gronchi all'Industria.

2. LA COSTRUZIONE DELLA DC DALLA LIBERAZIONE ALLA COSTITUENTE (1945-1948)

Il 10 dicembre 1945, Alcide De Gasperi diventa Presidente del Consiglio. La Democrazia Cristiana guiderà i governi del Paese ininterrottamente fino al 1981.

Alcide De Gasperi guida un governo con i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, e in esso la DC detiene il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero per l'Africa Italiana (entrambi con De Gasperi), il Ministero dell'Aeronautica (con Mario Cevolotto), il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni (con Mario Scelba), il Ministero dell'Industria (con Giovanni Gronchi). Completano la squadra del primo governo guidato dalla DC: Giuseppe Spataro, Luigi Chatrian, Achille Marazza, Antonio Segni, Gennaro Cassiani.

Il partito si sta organizzando, la nuova responsabilità di governo pesa sugli impegni degli uomini della DC, e la scelta dell'assetto istituzionale da dare al Paese costituisce una importante questione del panorama politico.

Nel febbraio 1946 si svolge il I° Congresso nazionale del Movimento Femminile della DC.

Nell'aprile 1946 si svolge a Roma il I° Congresso nazionale della DC: l'argomento principale riguarda proprio la scelta tra Monarchia e Repubblica. In un referendum svolto tra gli iscritti alla DC, emerge una maggioranza favorevole alla scelta repubblicana (il 60% circa), una quota piuttosto esigua per la Monarchia (il 17%) ed il restante 23% non esprime la propria preferenza.

La DC decide ufficialmente di lasciare libertà di voto ai propri elettori, al momento del referndum tra Monarchia e Repubblica.
Il 2 giugno 1946 si svolge sia il referendum che le elezioni per l'Assemblea Costituente. La scelta a favore della Repubblica prevale nel referendum con il 54,3% dei voti, e alle elezioni la Democrazia Cristiana prevale su tutti gli altri partiti con il 35,2% dei voti.

Dopo le elezioni, De Gasperi doverosamente rassegna le dimissioni del proprio governo nelle mani del Capo di Stato provvisorio, Enrico De Nicola. Il 13 luglio 1946 nasce quindi il II° Governo De Gasperi, con democristiani, comunisti, socialisti e repubblicani, nel quale aumenta il peso politico della DC.

Il partito si assesta nelle crescenti responsabilità, responsabilità sia di governo (nel lavoro di ricostruzione di un Paese rovinato dalla guerra) che parlamentari (nel lavoro per la redazione della nuova Costituzione repubblicana). A livello governativo e partitico, grande peso e ruolo ovviamente viene svolto dalla classe dirigente degasperiana. A livello costituente, si deve rilevare l'originale apporto che una parte della DC, i cosiddetti dossettiani, svolge nell'Assemblea Costituente.

Tra luglio e settembre 1946, Giovanni Gronchi diventa Presidente del Gruppo democristiano all'Assemblea Costituente, e Attilio Piccioni viene eletto nuovo Segretario politico della DC.

Già nel dicembre 1946 si accende la dialettica politica interna alla DC, tra la leadership degasperiana e il gruppo dossettiano: al Consiglio nazionale del dicembre 1946, Dossetti ed i suoi presentano una mozione di sfiducia contro il Segretario politico Piccioni, espressione della linea politica degasperiana.

La scissione nell'ambito del Partito Socialista comporta le dimissioni del II° Governo De Gasperi, il 20 gennaio 1947. Il 2 febbraio giura il III° Governo De Gasperi, il tripartito DC-PCI-PSI, mentre alcuni risultati elettorali (come quelli per la prima Assemblea regionale in Sicilia) forniscono segnali preoccupanti per la DC, in forte calo rispetto al voto nazionale del 2 giugno 1946.

La situazione del Paese, soprattutto nell'ambito economico e sociale, è molto grave. Alcide De Gasperi appare consapevole che senza un allargamento della base sociale del governo, senza un forte coinvolgimento delle forze produttive, e senza una solidarietà internazionale per la ricostruzione dell'Italia, l'immane sforzo che viene compiuto dal governo rischia di essere vano.
Al di là del proficuo lavoro svolto dai rappresentanti dei partiti nell'Assemblea Costituente per redigere la Costituzione, le linee politiche dei partiti di governo vanno a divergere: divergono sulle scelte economiche necessarie a ricostruire il Paese, divergono sulle scelte di politica internazionale, con la stretta dipendenza del PCI di Palmiro Togliatti all'Unione Sovietica, e l'allineamento del PSI di Pietro Nenni alle posizioni del PCI.

In questo quadro, Alcide De Gasperi rompe gli indugi e il 13 maggio 1947 si dimette: cade così l'ultimo governo costituito anche con ministri comunisti, fino a che la dissoluzione della DC negli anni Novanta non trasformerà tutto il quadro politico nazionale.
Il 31 maggio 1947 nasce il IV° Governo De Gasperi, che rappresenta il primo governo centrista della storia repubblicana. Con il liberale Luigi Einaudi come Vice Presidente del Consiglio e Ministro del Bilancio, e Mario Scelba come Ministro dell'Interno, la DC di De Gasperi compie la scelta fondamentale per il partito e per il Paese, in favore di una alleanza con gli Stati Uniti e di una economia di mercato.

Al II° Congresso nazionale della DC, dal 15 al 20 novembre 1947 a Napoli, la DC conferma la sua vocazione centrista, prendendo le distanze sia dalla destra che dalla sinistra. Sul piano economico, la DC conferma la necessità di accompagnare il rigore economico deflazionistico all'esigenza di nuovi aiuti a livello sociale. Sul piano governativo, la DC auspica un allargamento del governo.

Nel dicembre 1947 entrano nel Governo De Gasperi anche Giuseppe Saragat (PSDI) e Randolfo Pacciardi (PRI) come Vice Presidenti del Consiglio.

Una volta entrata in vigore la nuova Costituzione repubblicana, il 1° gennaio 1948, la politica italiana viene canalizzata nella battaglia elettorale delle prime elezioni politiche generale della Repubblica.

La mobilitazione del mondo cattolico è particolarmente forte, la posta in palio è enorme per il Paese. Nel febbraio 1948 vengono istituiti i Comitati Civici, per iniziativa del Presidente dell'Azione Cattolica Luigi Gedda, il cui apporto alla mobilitazione dell'elettorato per la DC sarà molto importante. Nello stesso febbraio 1948, un colpo di stato a Praga porta il Partito Comunista al potere.

Il 18 aprile 1948, in un clima di scontro anche fisico e non solo politico, si svolgono le elezioni: la DC ottiene il 48,5% dei voti alla Camera dei Deputati, e il 48,1% al Senato.

Alcide De Gasperi esce vincitore nella battaglia elettorale decisiva.

3. LA DC NELL'ETA' DI DE GASPERI (1948-1954)

Le elezioni politiche del 18 aprile 1948 segnano uno spartiacque nella storia repubblicana dell'Italia. Entrata in vigore, il 1° gennaio 1948, la nuova Costituzione, e infranta nel corso del 1947 la maggioranza di governo tra DC, PCI e PSI, le elezioni del 18 aprile sono le prime nel nuovo ordinamento repubblicano.

Lo scontro tra la Democrazia Cristiana (e il blocco dei partiti centristi) da un lato, ed il Fronte Popolare tra PCI e PSI (egemonizzato dai comunisti) dall'altro, pone gli italiani davanti a scelte fondamentali, tra la democrazia occidentale e i sistemi comunisti. Il trionfo della DC e dei partiti centristi avvia una storia di democrazia e libertà per il Paese.
Alcide De Gasperi, nel maggio 1948, insedia il suo V° Governo, dopo le doverose dimissioni del suo precedente Governo a seguito delle elezioni politiche. Continua così il "centrismo", già operante con le scelte fatte nel 1947, aprendo così una stagione riformatrice e ricostruttrice del Paese al suo interno, e un'azione internazionale a favore dell'europeismo e dell'alleanza con gli Stati Uniti.

Prioritaria, in questi anni, è l'azione del governo, più che l'organizzazione territoriale del partito. Le impellenti necessità del Paese concentrano gli sforzi della classe dirigente democristiana nelle riforme, nel consolidamento della democrazia italiana, e nella realizzazione di alleanze internazionali stabili, pacifiche e votate allo sviluppo del Paese. In questi anni i governi De Gasperi che si susseguono nella I° legislatura repubblicana realizzano la riforma agraria, la riforma tributaria, la Cassa per il Mezzogiorno, il piano INA-casa.

A livello internazionale, l'Italia aderisce alla NATO, con una forte battaglia in Parlamento e nel Paese, nella quale la sinistra italiana si oppone duramente alle scelte occidentali di De Gasperi e della DC, preservando le ragioni e gli interessi dell'Unione Sovietica. Sempre in politica estera, De Gasperi apre l'Italia alla collaborazione europeista, portando il Paese ad essere tra i Sei fondatori della Comunità Europea per il Carbone e l'Acciaio (CECA), e successivamente tra i protagonisti della battaglia politica per la Comunità Europea di Difesa (CED), che abortisce nell'agosto 1954 per l'ostilità della Francia, pochi giorni dopo la morte di De Gasperi (19 agosto 1954).

La I° legislatura viene caratterizzata anche da un'altra importante battaglia parlamentare, condotta dalla DC di De Gasperi in favore della modifica della legge elettorale, introducendo la norma in base alla quale le coalizioni che raggiungono la maggioranza assoluta dei voti, ricevono una premio di maggioranza in termini di seggi parlamentari. La nuova legge elettorale, i cui principi maggioritari diventeranno sacri dopo la fine della DC, suscitano forti polemiche parlamentari da parte dei partiti di destra e di sinistra, contro la DC e contro De Gasperi in particolare.

Per la coalizione centrista, le elezioni amministrative del 1951 e del 1952 segnano un significativo campanello d'allarme, con un calo elettorale soprattutto della DC a favore dei partiti di destra. Queste elezioni hanno avuto a Roma un significato particolare. Infatti, preoccupati della debolezza elettorale dei partiti centristi e della possibilità che la Città Eterna potesse essere governata dai comunisti, la Santa Sede ed alcuni movimenti cattolici ispirano una operazione politica tesa a far convergere la DC con i partiti di destra (è la cosiddetta "operazione Sturzo", avendo immaginato come guida della lista proprio don Luigi Sturzo). De Gasperi si oppone a questa politica, conferma anche a Roma l'alleanza con i partiti laici centristi, e vince le elezioni amministrative.

Le elezioni politiche del 1953 vengono svolte con la nuova legge elettorale, ma i risultati non fanno scattare il premio di maggioranza previsto: la coalizione centrista raggiunge il 49,8% dei voti. Su quei risultati ci sono state ombre che la situazione del Paese hanno consigliato di non affrontare in termini traumatici: ci furono infatti un milione di schede bianche e nulle in più rispetto alle elezioni precedenti.

Una delle legislature fondamentali per la storia del Paese, e per la storia della DC, si chiude quindi con un risultato elettorale difficile da gestire per la coalizione centrista, tanto che l'VIII° Governo De Gasperi, primo della II° legislatura, rimane in carica appena 12 giorni. Un nuovo governo viene costituito, un monocolore democristiano guidato da Giuseppe Pella, che esaurisce la sua funzionalità dopo pochi mesi. E dopo un tentativo di Amintore Fanfani di costituire un nuovo monocolore (rimane in carica appena 12 giorni), il quadro politico trova nel Governo Scelba un punto di stabilità, ricostituendo quella collaborazione governativa tra DC, PSDI e PLI che caratterizza gran parte della II° legislatura.

Il dibattito politico all'interno della DC nel periodo degasperiano è caratterizzato da posizioni politiche differenziate, soprattutto in quella che è stata definita la sinistra del partito. Infatti, accanto alla larga maggioranza degasperiana del partito, si formano gruppi di pensiero e uomini che si distinguono dalla politica cattolico-liberale di De Gasperi, accentuando i riferimenti sociali della proposta politica della DC, con una attenzione maggiore verso tematiche care alla sinistra italiana. La vocazione sociale si accompagna ad una forte impronta religiosa cristiana. In questa azione si caratterizzano soprattutto i cosiddetti "dossettiani", dal nome del loro leader Giuseppe Dossetti: Amintore Fanfani, Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati. E' nel Congresso nazionale di Venezia del 1949 che tali posizioni emergono con chiarezza, e con altrettanta chiarezza De Gasperi e la sua maggioranza interna confermano le linee strategiche della loro opzione centrista.

L'evoluzione personale dei "dossettiani" porterà al loro scioglimento come gruppo autonomo. Dossetti, persa la battaglia interna, troverà al suo interno la vocazione religiosa; Lazzati si dedicherà alla professione universitaria; Fanfani coagulerà la maggioranza del partito, degasperiani compresi, per dare nuovo impulso alla DC.

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