La DEMOCRAZIA CRISTIANA

nella persona del Segretario Politico Renato Grassi e del Segretario Amministrativo Mauro Carmagnola

Preso atto

del documento, con il noto logo con lo scudo crociato della DC e l'intestazione in PARTITO STORICO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA, che risulta essere reso pubblico e inviato alle Prefetture, alle Questure ed alla Polizia postale, con cui i sigg. Franco De Simone e Raffaele Cerenza, chiedono  che queste istituzioni “prendano provvedimenti interdittivi per rendere effettiva l’inibizione giudiziale” nei confronti di Renato Grassi e della DC che egli rappresenta sul presupposto che “l'identificabilità" della sua associazione con la Democrazia Cristiana è stata esclusa da due sentenze passate in giudicato, la n. 14046/2014 e la n.17831/2015 entrambe del Tribunale Civile di Roma sezione terza,” ed altre sentenze

Ritenuto

che in questo documento sono affermate falsamente, attraverso letture travisate del giusto tenore di contenuti giudiziali, pronunce che mai hanno riguardato la Democrazia Cristiana che rappresentiamo che invece deve ritenersi l’unica legittima a potersi riconoscere come la diretta continuità della DC storica.

Considerato

che ad oggi mai vi è stata nei confronti della Democrazia Cristiana che Renato Grassi rappresenta, quale segretario politico, alcuna pronuncia giudiziale che ne abbia disconosciuto la sua legittima entità a rappresentarne  la continuità con la DC come storicamente l’abbiamo conosciuta nella nostra Storia politica da De Gasperi fino ai primi anni ‘90, ove pur rimanendo fuori dall’agone politico, e in uno stato di inerzia statutaria, non si è mai sciolta, come statuito da varie sentenze.

Ritenuto

che nei diversi tentativi che vi sono stati in questi anni per ricostruire e riorganizzare la DC, nessuno si è rivelato conforme alle norme statutarie, in quanto nessuno di questi tentativi è mai passato attraverso una iniziale fedele procedura di convocazione degli iscritti, secondo gli ultimi elenchi disponibili del 1992/93, anni dell’ultimo tesseramento non completato,come si ricava dal tenore di talune sentenze in merito alle controversie accese in questi anni.

Ritenuto

che non è invece contestabile che l’unico tentativo in tal senso, ossia di ripartire attraverso la convocazione degli iscritti, come dagli ultimi citati elenchi, è stato opera di questo partito, che a iniziativa del sottoscritto Renato Grassi e di altri iscritti, hanno presentato nel 2016 al Tribunale di Roma, in sede di volontaria giurisdizione, l’elenco degli iscritti al 1992/93 e a seguito di delibazione giudiziale della richiesta di convocare l’assemblea degli iscritti per poi procedere a un nuovo Congresso nazionale, furono autorizzati con provvedimenti n. 7756/2016 Tribunale Civile di Roma Dr. Romano.

Considerato

che con la convocazione degli iscritti e l’assemblea degli stessi effettuata all’Ergife, come indicato, tra i requisiti da osservare, stante il numero di oltre 1700 iscritti, si procedette all’indizione del Congresso nazionale il 13/14 ottobre 2018, dopo i passaggi intermedi dei congressi territoriali e che in quella sede venne eletto segretario politico il sottoscritto Renato Grassi.

Constatato

per contro, che nessuna legittimazione o titolo a rappresentare la DC storica, come contrariamente pretendono i sigg. Franco De Simoni, che si dichiara segretario politico e Raffaele Cerenza, che si dichiara segretario amministrativo, in quanto non si riconducono a nessun elemento di continuità con i vecchi iscritti, ancora disponibili a una riedizione della DC, come hanno dimostrato i tanti che hanno risposto alla convocazione che diede vita alla citata assemblea del 27 febbraio 2017 all’Ergife a Roma, per proseguire e dare legittimazione all’azione politica della Democrazia Cristiana storica che ha operato fino al 1993.

Considerato

che pertanto questo inedito partito rappresentato dai sigg. De Simone e Cerenza, apparso dal nulla, ha assunto indebitamente e senza legittimazione alcuna, sulla base di una fantomatica “assemblea congressuale” di uno sparuto numero di persone, che nessun legame appaiono avere con il titolo di vecchi iscritti alla DC, senza l’asseverazione di un giudice in merito alla riconducibilità e congruità dei partecipanti ai suddetti elenchi, la conformità ad un preciso iter procedurale e il rispetto delle norme statutarie, con riferimento all’ultimo Statuto del partito datato 1992 senza la garanzia di una delibazione giudiziale.

Visto

pertanto che i sigg. Franco De Simone e Raffaele Cerenza rappresentano né più né meno che una qualsiasi associazione, che illegittimamente si sta fregiando della denominazione oltre alla infondata pretesa di ritenersi la continuità storica della Democrazia Cristiana e del suo nome e simbolo.

TANTO PREMESSO

stante il grave ed irreparabile pregiudizio che tale inverosimile stato di cose, non corrispondenti a fatti e statuizioni, ma frutto di illazioni ed inferenze del tutto destituite di fondamento, che si affermano nel vostro documento e la ancor più grave pretesa che siano le Prefetture e le Questure e la Polizia postale perché, utilizzando i propri poteri “prendano provvedimenti interdittivi per rendere effettiva l’inibizione giudiziale”, con la presente

DIFFIDANO

codesta Associazione, denominata impropriamente, illegittimamente ed illecitamente

“ Partito storico Democrazia Cristiana”

a non perseverare nella diffusione a chicchessia e alla pubblicizzazione sui siti o altrove ad attribuirvi titolarità, simbolo, con lo scudo crociato e rappresentanza della Democrazia Cristiana come storicamente conosciuta da De Gasperi fino al 1993, cessando immediatamente ogni turbativa pretesa e richieste senza titolo alcuno alle Prefetture, Questure e Polizia postale, di tale significanza, stante il grave pregiudizio e danno che tali affermazioni producono all’immagine, la reputazione e le attività del nostro partito.

Con riserva di ogni azione giudiziale a tutela.

Roma, 4 maggio 2020

Il segretario politico

Renato Grassi

Il Segretario Amministrativo

Mauro Carmagnola

                        

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Fraternità e amicizia sociale sono le vie indicate dal Santo Padre Francesco per costruire un mondo migliore, più giusto e pacifico, con l’impegno di tutti: popolo e istituzioni. Ribadito con forza il no alla guerra e alla globalizzazione dell’indifferenza. Il Papa la definisce una “Enciclica sociale” che mira a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale. A partire dalla comune appartenenza alla famiglia umana, dal riconoscerci fratelli perché figli di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca e dunque bisognosi di prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo insieme. Ovviamente la fraternità è da promuovere non solo a parole, ma nei fatti. Fatti che si concretizzano nella “politica migliore”, quella non sottomessa agli interessi della finanza, ma al servizio del bene comune, in grado di porre al centro la dignità di ogni essere umano e di assicurare il lavoro a tutti, affinché ciascuno possa sviluppare le proprie capacità. Al contempo, Papa Francesco sottolinea che un mondo più giusto si raggiunge promuovendo la pace, che non è soltanto assenza di guerra, ma una vera e propria opera “artigianale” che coinvolge tutti.

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