Il giorno 24 giugno 2020 ha avuto luogo una riunione in remoto della Federazione dei Democratici Cristiani e Popolari.

Dopo un ampio e approfondito dibattito sono state assunte all'unanimità alcune importanti, qualificanti e impegnative decisioni:

  • E’ nata l'Unione dei Democratici Cristiani originata come strumento idoneo a consentire il superamento della “galassia” democristiana con l’obiettivo principale di superare la diaspora. Le entità originarie, al momento, godono di piena e ampia indipendenza al fine di condurre il proprio rispettivo percorso. Esse si impegnano in una intesa convinta e fattiva di formare liste unitarie sotto un medesimo simbolo.
  • L’Unione dei Democratici Cristiani, per il momento, può fare ricorso a “coordinamenti Regionali e/o locali” come organismi politici di raccordo.
  • L’Unione dei Democratici Cristiani riconosce come unico modo per consolidare ed estendere ogni possibile risultato il metodo “democratico”
  • È stato unanimemente accettato il nome e il simbolo che è pubblicato in questo servizio. Ossia: “Scudo storico della DC centrato a tutto campo. Nella semicirconferenza inferiore la scritta: Unione dei Democratici Cristiani, con la U la D e la C scritte in rosso. Nella semicirconferenza superiore le 12 stelle della Comunità Europea su cielo azzurro.
  • Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'UDC e fruitore dello scudo crociato, ha accettato la proposta e ne ha dato il suo assenso, proponendo anche l’ipotesi che in ciascuna realtà locale si possa valutare l'opportunità di inserire, eventualmente, tra la parte alta dello scudo e le stelle incastonate nel cielo d'azzurro la denominazione, a esempio: “Popolari Veneto”, senza, tuttavia, “sconvolgere” il simbolo/logo di base che accomuna l'Unione.
  • Lo stesso Lorenzo Cesa ha proposto un incontro per giovedì 2 luglio alle 11.00 a Roma, presso la sala ANCI, al fine di valutare insieme se e dove predisporre le liste unitarie che, come proposto da Gianfranco Rotondi, dovranno essere pronte entro il prossimo 8 agosto.
  • Mario Tassone e Renato Grassi, condividendo la proposta di Lorenzo Cesa, hanno auspicato che, in sede locale, dovranno essere valutate le condizioni politiche al fine di avere come obiettivo quello di garantire liste di centro democratico e popolare alternative sia alla deriva nazionalista e populista a dominanza salviniana, sia alla sinistra radicale e senza identità in coerenza con quanto condiviso nel patto federativo.
  • È stato concordato di rinviare a dopo il voto regionale e locale del 20 - 21 settembre le azioni funzionali alla realizzazione di un unico soggetto politico di centro anche in considerazione dell'esperienza elettorale del 20 - 21 settembre 2020.
  • È stato auspicato di continuare a sviluppare rapporti, intese e costruttive relazioni con gli amici dell'area popolare nella convinzione che l'obiettivo principale è quello di raccogliere ogni formazione che, riconoscendosi nelle radici del popolarismo sturziano, intenda convergere con piena determinazione nell'Unione dei Democratici Cristiani, premessa di un centro democristiano forte in cui l'anima dei popolari siede indiscutibilmente a pieno titolo.
  • Si è riconfermato il mandato all'amico Herman Teusch di rappresentare l'Unione dei Democratici Cristiani presso gli organismi del PPE del CDU e della CSU
  • Si è dato mandato all’on. Giuseppe Gargani di depositare al più presto possibile il nuovo simbolo dell’Unione dei Democratici Cristiani.

 

Sostenga tutti, in questo cammino unitario, il convincimento del Servo di Dio Alcide De Gasperi: «Non abbiamo il diritto di disperare dell’uomo, né come individuo né come collettività; non abbiamo il diritto di disperare della storia, poiché Dio lavora non solo nelle coscienze individuali, ma anche nella vita dei popoli». (Discorso di Bruxelles, 1948)

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Caritas in veritate

La Carità nella verità, di cui Gesù s'è fatto testimone è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera. Il Papa Benedetto XVI ricorda che la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. D'altro canto, dato il rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico, va coniugata con la verità. E avverte: Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali. Lo sviluppo ha bisogno della verità. Senza di essa, afferma il Pontefice, l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società. Benedetto XVI si sofferma su due criteri orientativi dell'azione morale che derivano dal principio carità nella verità; la giustizia e il bene comune. Ogni cristiano è chiamato alla carità anche attraverso una via istituzionale che incida nella vita della polis, del vivere sociale.

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