I responsabili dei gruppi di lavoro (nell’ordine: ing. Giuseppe Rotunno, avv. Luigi Rapisarda, on. Luigi D’Agrò, on. Francesca Donato, dott. Mauro Carmagnola) hanno presentato all’assemblea congressuale le proposte da discutere al Congresso, dapprima spiegate sul Popolo e dopo  nel corso del pomeriggio del 6 maggio, decidendo di tenere la loro discussione direttamente in Assemblea. 

Un blocco di treni nella tratta Firenze – Roma ha causato un ritardo di sette ore nell’arrivo a Roma del sottoscritto, Coordinatore dei gruppi di lavoro, per cui l’intervento fatto in assemblea a fine dibattito espone quanto il sottoscritto ha colto nei documenti pubblicati sul Popolo in preparazione dell’assemblea congressuale e nella mattinata del 7 maggio, prendendo sempre a riferimento la proposta del sottoscritto inviata prima del Congresso ai responsabili dei gruppi per focalizzare gli argomenti di discussione.

Nel suo intervento il sottoscritto non ha potuto peraltro poter tener conto della relazione sull’Unione Europea dell’on. Francesca Donato, eurodeputata che presiedeva l’Assemblea, presentata successivamente. 

Le proposte conclusive sintetizzate sono articolate per tema del gruppo di lavoro.

1. L’identità del partito

  • nella scelta delle alleanze elemento importante, prioritario anche se non esclusivo, di valutazione è il rispetto dei “principi non negoziabili”, quali il rispetto della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio di uomo e donna  e la libertà educativa dei genitori e della Chiesa.
  • conferma che la DC si definisce come “partito di centro”, senza scelte a priori o preferenziali a sinistra o a destra;
  • conferma che la dottrina sociale della Chiesa, fino alle sue ultime acquisizioni come quella sul tema ambientale, rimane in modo esplicito l’ispirazione della Democrazia Cristiana;

2. Le istituzioni

  • il pluralismo è da assicurare con una chiara separazione dei poteri, ivi compreso il “quarto potere” del governo dei mezzi di comunicazione sociale.
  • la democraticità delle istituzioni va intesa come partecipazione pluralista, non sacrificabile alla rapidità di decisione del vertice;
  • principi guida sono quelli di sussidiarietà orizzontale (privato-privato sociale-istituzioni politiche) e verticale (da comunità locale fino a comunità globale);

3. L’economia

  • rendere effettiva la solidarietà fra territori, regioni, stati, continenti per garantire a tutti il soddisfacimento dei bisogni di base e una maggiore uguaglianza delle opportunità di buona qualità della vita. No a processi di globalizzazione basati sulla sola logica della libertà di mercato o limitata solo da conflitti per l’egemonia; ripresa significativa dei sostegni ai paesi poveri e impoveriti.
  • né liberismo  né pianificazione statalista, ma “economia sociale di mercato”; particolare attenzione a forme di organizzazione economica basate su solidarietà, condivisione, gratuità, cooperazione, alle riflessioni dell’ “economia di Francesco”, e all’”economia di comunione”;

4. L’Europa e l’Unione Europea

  • riorientare l’assetto delle istituzioni europee secondo il principio di sussidiarietà verticale, cercando azioni comuni per competenze esercitabili bene solo a scala continentale (es. politica estera, di difesa, monetaria) e sostenendo invece le autonomie dei livelli statale, regionale e locale; 
  • sviluppo di politiche non improntate solo ai principi della libera circolazione e del libero mercato, ma anche di solidarietà tra regioni, stati, strati sociali;
  • rispetto da parte delle istituzioni europee, compresi il Consiglio d’Europa e la Corte di Strasburgo, dei valori cristiani, anche in materia di vita, famiglia, libertà educativa; 
  • ritentare di dare all’Unione Europea una Costituzione, con riconoscimento delle radici cristiane della civiltà europea;

NB. La relazione dell’on. Donato, assai articolata, ha sottolineato le difficoltà e le possibili deviazioni della UE, troppo facilmente influenzabile dalle “lobbies” di grandi aziende o gruppi di interessi organizzati. 

5. Statuto

  • procedere a una sua semplificazione, che porti a sottolineare finalità, strutture fondamentali e principi di democrazia interna e di garanzia del rispetto delle regole interne, riservando i dettagli procedurali ad appositi Regolamenti modificabili (con garanzie) e prevedendo autonomie ai livelli regionali del partito:
  • introduzione di forme di democrazia diretta di partecipazione e discussione interna e di coinvolgimento degli elettori, salvaguardando sempre la centralità del socio e il rapporto in presenza.

                                                                                                                                      Renzo Gubert

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